giovedì 31 gennaio 2013

L'apparato circolatorio

di Matteo Partisani


L'apparato circolatorio è un sistema di vasi che contiene un liquido, che raccoglie e distribuisce sostanze. Può essere aperto, se comunica col celoma con cui condivide il liquido, o può essere chiuso.

Descrizione e classificazione

L'apparato circolatorio può essere strutturato in diversi modi:
  • negli insetti o invetrebrati l'apparato è aperto ed è costituito da un cuore a forma di cilindro con fondo cieco, forato alle sue estremità, il cuore riceve il sangue dagli ostioli e lo pompa nell'emocele;
  • nei vertebrati l'apparato è chiuso, cioè caratterizzato da vasi sanguigni e linfatici; può essere semplice, se si ha un solo circolo sanguigno ed è ben adattato per la respirazione mediante branchie, come è il caso dei pesci. Negli anfibi la presenza di un apparato semplice rende parziale l'adattamento all'ambiente subaereo. Può essere anche doppio, se si ha un doppio sistema sanguigno, di cui uno serve per sfruttare efficacemente i polmoni.



Anatomia umana

L'apparato cardiovascolare è formato da organi "cavi":
  • Cuore: è un muscolo particolare, infatti è di tipo striato, ma involontario. Ha due compiti fondamentali: la struttura muscolare pompa il sangue in tutti gli organi attraverso le arterie, mentre il tessuto specifico di conduzione dà origine al battito cardiaco.
  • Vasi sanguigni: strutture che permettono il trasporto del sangue all'organismo. Essi possono essere classificati in:
    1) Arterie: vasi sanguigni che nascono dai ventricoli e portano il sangue poco ossigenato ai polmoni e sangue ossigenato a tutto il corpo;
    2) Vene: vasi sanguigni che trasportano sangue carico di anidride carbonica ai polmoni e sostanze di rifiuto a fegato e a reni per la depurazione; le loro pareti sono meno spesse di quella delle arterie, poiché la pressione del sangue è meno elevata;
    3) Capillari: permettono gli scambi fra il sangue e i tessuti, infatti sono di dimensioni microscopiche e si trovano fra le cellule.
Esistono due grossi circuiti arteriosi: la grande circolazione o circolazione sistemica e la piccola circolazione o circolazione polmonare. La grande circolazione prende l'avvio dal ventricolo sinistro che, contraendosi, spinge il sangue ricco di ossigeno nell'aorta e da qui in tutte le arterie del corpo, che trasportano il sangue ossigenato ai diversi tessuti e apparati. Dai tessuti, il sangue, attraverso il sistema delle vene cave, raggiunge l'atrio destro del cuore. Dal ventricolo destro inizia la piccola circolazione: da qui il sangue viene pompato, tramite l'arteria polmonare, nei polmoni dove negli alveoli circondati da una ricca rete di capillari, cede l'anidride carbonica e si arricchisce di ossigeno. Tramite le vene polmonari raggiunge l'atrio sinistro del cuore e da qui riparte tutto il ciclo precedente.

"Scheletro" del cuore
Il cuore non è formato da solo muscolo ed epitelio: esiste una struttura resistente che lo sostiene come uno scheletro, ma di tessuto connettivo denso molto resistente e ricco di fasci fibrosi. Le valvole cardiache sono circondate da un anello fibroso di tessuto connettivo denso dal quale si dipartono numerosi fasci fibrosi che connettono i vari anelli, formando una rete molto resistente su cui s'attaccano i muscoli e su cui s'inseriscono le cuspidi delle valvole. I fasci che si tendono tra l'anello fibroso della tricuspide e quello della semilunare polmonare, sono chiamati fasci propri del ventricolo destro. I fasci che si tendono tra l'anello fibroso della mitrale e quello della semilunare aortica ,sono chiamati fasci propri del ventricolo sinistro.


Sistema di conduzione del cuore

L'attività cardiaca è regolata da due sistemi di controllo: il sistema nervoso autonomo e il sistema di conduzione intrinseco. Il sistema nervoso autonomo ha la funzione di far diminuire o aumentare il battito cardiaco. Il secondo sistema di controllo, sistema di conduzione intrinseco, si trova all'interno del cuore, ed è formato da un tipo di tessuto che si trova solo ed esclusivamente nel cuore. Questo tessuto è composto da tessuto cardiaco e tessuto muscolare. Questo sistema è molto importante, poiché determina la frequenza cardiaca.





Aorta

suddivisione dell'aorta ascendente nei suoi rami principali 


L'aorta è la più grande e importante arteria del corpo umano. Emerge dal ventricolo sinistro del cuore e trasporta ossigenato a tutte le parti del corpo. 
È lunga approssimativamente 30-40 cm e il diametro è di 2,5-3,5 cm.



Arco aortico



L'arco aortico ha  concavità rivolta verso il basso e si porta all'indietro verso sinistra davanti alla trachea, che poi affianca sul lato sinistro; termina sul lato sinistro del corpo della quarta vertebra toracica.


di M. Partisani







mercoledì 30 gennaio 2013

martedì 29 gennaio 2013

I migliori 5 assoli di chitarra

di Chiara Nascioli


I primi 5 migliori assoli di chitarra nella storia del rock in un solo video da non perdere;
i musicisti che suonano sono davvero incredibili, anche per la velocità.

Buon ascolto.






sabato 26 gennaio 2013

Vita di Pi

di Caterina Giannini


La storia è incentrata su un ragazzo di 16 anni che attraversa l’Oceano Pacifico sognando una nuova vita americana. Ma quando la nave su cui si trova fa naufragio, viene lasciato su una zattera con un orango, una iena e una tigre del Bengala. 
La tigre, nella zattera, per poter mangiare, uccide i due animali e Picine (soprannominato PI), per evitare che si mangi anche lui, cerca di pescare qualche pesce per sfamare l’animale,  mentre lui si deve accontentare delle lattine e delle piccole scatolette riservate nella zattera. 
Grazie alla tigre, PI riuscirà a vivere e imparerà a sfamarsi.
PI continua ancora a raccontare l’avventuroso miracolo della sua storia!! Ora PI è uno splendido marito e un ottimo padre di due figli.



A me il film è piaciuto molto, è interessante ed è uno di quei racconti che ti prende e ti stimola a vedere come va a finire.
Io, la Lucia, l’Aurora, Jacopo , Gioele, Andrea… e altri siamo andati una domenica pomeriggio a vedere questo fantastico film e ci siamo divertiti molto, per questo… consiglio di andarlo a vedere!!!


di C. Giannini


giovedì 24 gennaio 2013

In punta di piedi

di Lucia Stefani


La mia storia

Da ormai nove anni io pratico danza. 
Ho iniziato all’età di tre anni ed ero la più piccola di tutta la scuola, che ha il nome di Edgar Degas. 
Diciamo che i primi anni non me li ricordo alla perfezione, ma di sicuro ricordo che ho voluto far parte di quella scuola vedendo mia sorella ballare. Aveva dei bei vestiti, avevo sempre voluto indossare quelle bellissime scarpette che lei possedeva e avevo il desiderio di salire sul palcoscenico. 
I miei genitori hanno capito e non hanno aspettato molto per iscrivermi. Dopotutto se si inizia da piccoli, forse, è meglio. 
Ricordo che entravo in quella scuola, con il mio piccolo zainetto contenente scarpette, body e calze minuscoli, tutta felice. 
In quegli anni la mia insegnante era l’Ilenia, che è stata con noi per circa tre anni. Con lei facevamo “danza creativa”, eravamo piccoline e ci allenavamo come potevamo, in proporzione alla nostra età, ovviamente. Quindi facevamo le cose base: imparare a puntare i piedi , a stendere bene le gambe… più avanti, quando avevo più o meno sei anni ho conosciuto la mia seconda insegnante, Erika. Durante gli anni passati con lei mi sentivo abbastanza brava, in quella sala ricoperta di specchi, pavimento di legno e grandi finestre. Abbiamo imparato più cose sull’ espressività che deve avere una ballerina e sulla tecnica, che è piena di regole precise che si devono rispettare. 
Da quando ho iniziato a fare la quarta elementare le cose sono leggermente cambiate, il nostro livello aumentava, i compiti a scuola aumentavano e gli impegni erano sempre tanti. 
Abbiamo cambiato di nuovo insegnante, Monica, che tuttora mi insegna. 
Devo dire che con lei i progressi sono stati molti e veramente visibili. 
Lei è l’insegnante che mi è più piaciuta, ti mette a tuo agio, è sempre con il sorriso stampato sul volto e le lezioni di danza con lei sono divertenti, ma, di sicuro, tanto faticose e ogni giorno impariamo sempre di più. 
Per ora seguiamo il metodo RAD: Royal Academy Of Dance. 
Vedendo che il nostro gruppo aumentava sempre più di livello abbiamo iniziato a mettere le punte e finalmente il sogno che avevo fin da quando ero piccola si era avverato. 
È vero, fanno molto male e ci vuole un alto grado di sopportazione, ma poi ne vale la pena. Il cosiddetto “collo del piede” si rinforza sempre più e diventa sempre più bello da vedere, ma non è solo una questione di piedi, ci vuole una grande forza nelle gambe, negli addominali, e una schiena fortissima, altrimenti si rischia l’infortunio. 
Alla fine di ogni anno facciamo un saggio, una dimostrazione in teatro di ciò che abbiamo imparato durante l’ anno trascorso, che dura tre sere. Di solito c’ è un tema, una storia conosciuta, come Cenerentola, Lo Schiaccianoci, Pinocchio o Il mago di Oz, ma rivisitati. Quest’ anno faremo, ad esempio, the Beauty and the beast (La bella e la bestia).

Fare questo sport, come credo altri, ha bisogno di sacrifici di ogni tipo: bisogna darsi da fare, se si vuole arrivare a livelli alti, insomma essere determinati; bisogna sapersi organizzare, con la scuola, con gli impegni quotidiani, infatti le volte che esco con i miei amici sono poche, dato che non sono sempre a casa, ma ci sono anche sacrifici che riguardano i soldi, la benzina per i viaggi, e per questo devo ringraziare i miei genitori che, anche se tornano dal lavoro e dopo mezz’ora devono ripartire per accompagnarmi ed aspettarmi, lo fanno e senza tante storie, cosa abbastanza rara, dato che oggi come oggi, con la crisi che c’è mi avrebbero potuto dire di smettere, e invece fanno continuare, sia me che mia sorella, e a me hanno permesso anche di fare un altro corso, oltre a quello di classico, cioè quello danza moderna. In fondo hanno capito che le ore che trascorro in quella sala con la mia insegnante e le mie amiche sono ore di svago, dove posso non pensare a tutti i problemi, ma dedicarmi alla danza, dove posso esprimermi e sentirmi veramente libera e spensierata e in quei momenti è come se in ogni minuto facessi piccoli progressi che, chissà, in un futuro, potrebbero servirmi, perché credo che la mia non sia solo una semplice voglia di fare sport e uscire di casa, ma probabilmente è l’inizio di una passione che forse con il tempo aumenterà sempre più. 
  



La storia della danza

La danza classica è la forma più “alta” della danza, per tradizione, e rappresenta la base per potersi approcciare a qualsiasi altro tipo di danza: ad esempio, se si vuole iniziare a fare danza moderna o contemporanea bisogna sempre avere le basi che insegna la danza classica. 
Si esprime attraverso il movimento del corpo che può essere precedentemente stabilito oppure improvvisato: la coreografia. 
La danza ha una tecnica, chiamata accademica perché è stata decisa dai maestri dell’Acadèmie Royale de Danse, fondata nel 1661 a Parigi quando al potere c’era Luigi XIV e veniva praticata nei palazzi reali, era considerata un’arte raffinata e nell’Ottocento vennero ideate molte coreografie rappresentate, poi, in teatri importanti come l’Opera di Parigi o la Scala di Milano. 
In questi anni ha cominciato a diffondersi l’uso delle punte, emblema della danza classica e mezzo apposito per rafforzare il ruolo femminile nel balletto. In questo periodo lavorò il coreografo Pierre Louis de Beauchamps che ha stabilito le sei posizioni classiche, per iniziare a dare un nome ai passi allora conosciuti, ed è per questo che i passi della danza accademica sono nominati in lingua francese. La danza, specialmente quella classica, tenta di esprimere qualcosa di profondo nei confronti del pubblico che si ha davanti, spesso attraverso movimenti delicati ed eleganti e ciò che solitamente provoca la danza classica è una forte emozione.  




I princìpi della danza

La danza classica è basata sul principio fondamentale dell'en dehors (in fuori). Utilizzando l'en dehors le gambe devono mostrare al pubblico la loro parte interna e per fare questo la coscia deve ruotare all'esterno di 90° rispetto all'asse del corpo. 
Si raggiunge più facilmente l'en dehors, che equivale alla rotazione del femore verso l'esterno, stringendo i muscoli che formano la cintura addominale, i glutei e mantenendo la colonna vertebrale eretta. 
Le gambe devono essere tese e i piedi sempre tirati e puntati mettendo in evidenza l’accentuato collo del piede che solitamente le ballerine hanno. 
La posizione del busto deve essere sempre eretta e forte e sempre allungato verso l’alto, le spalle abbassate e aperte, le costole chiuse, il petto leggermente in avanti e la testa in linea con l’asse del corpo in posizione abbastanza naturale. 
Le braccia devono essere lunghe e affusolate, dando così una sensazione di eleganza e leggerezza ed infine l’espressione rilassata e felice che una ballerina/o deve solitamente avere: se sul palcoscenico si presenta qualche problema (male, piedi che sanguinano a causa delle punte, mancanza di forze e energia…) lei deve portare a termine il suo balletto, non facendo trasparire preoccupazione o dolore.
Alcuni passi legati alla danza classica sono: il pliè, l’arabesque, la pirouette, il grand jetè, attitude, cambrè, fouettè, relevè… ecc.  




Il metodo RAD: Royal Academy of Dance

Nella danza classica ci sono vari metodi da seguire:
Il metodo Vaganova, utilizzato in Russia.
Il metodo Cecchetti, in Italia.
Il metodo Danese.
Il metodo Americano.
Il metodo RAD, in Inghilterra.

La Royal Academy of Dance ha sede a Londra e nasce nel 1920 con il nome “Association of Operatic Dancing in Great Britain”. Nel 1935 il nome viene cambiato e diventa “Royal Academy of Dancing”. 
La RAD è stata introdotta in Italia da Sara Acquarone, originaria di Torino e famosa coreografa. A proprie spese fece venire in Italia i primi esaminatori per valutare la preparazione dei suoi allievi. Lo sviluppo ed il successo che ne sono derivati, sono il premio per i suoi sforzi iniziali.
Oggi la RAD, in Italia, conta oltre 700 insegnanti iscritti all’albo ed autorizzati dalla Casa Madre a preparare e presentare allievi agli esami.
La Filiale Italiana della Royal Academy of Dance, con sede a Trento, funge da contatto fra gli insegnanti e la Casa Madre per tutte le esigenze di organizzazione esami, corsi di aggiornamento, programmi per insegnanti e stage estivi. 
Vengono organizzate due sessioni d’esami all’anno (primavera ed autunno) per tutti gli allievi candidati agli esami dei vari livelli, una media di circa 14.000 allievi all’anno




I più grandi ballerini

Ecco alcuni dei più grandi ballerini classici di tutti i tempi:

Rudolf Nureyev


La danza è tutta la mia vita. Esiste in me una predestinazione, uno spirito che non tutti hanno. Devo portare fino in fondo questo destino: intrapresa questa via non si può più tornare indietro. È la mia condanna, forse, ma anche la mia felicità. Se mi chiedessero quando smetterò di danzare, risponderei "quando finirò di vivere".

-- Rudolf Nureyev --


Carla Fracci


La danza è una carriera misteriosa, che rappresenta un mondo imprevedibile ed imprendibile. Le qualità necessarie sono tante. Non basta soltanto il talento, è necessario affiancare alla grande vocazione la tenacia, la determinazione, la disciplina, la costanza. 
-- Carla Fracci --

Roberto Bolle
Il fisico risente dello stress che subisce il corpo e anche di quello psicologico. E' naturale che il pubblico e la compagnia che aspettano l'artista ospite abbiano gli occhi puntati su di lui e si aspettino la grande performance. Bisogna stringere i denti e mascherare qualsiasi problema fisico. Non si può sbagliare. 
-- Roberto Bolle--

Polina Semionova




Agrippina Vaganova




Svetlana Zakharova  


"Voglio trasmettere agli spettatori lo stato d'animo giusto perché non sia solo movimento, con tecnica portata alla perfezione ma passi davvero attraverso di me, attraverso la mia anima"

-- Svetlana Zakharova -



di L. Stefani












A proposito del lago Andreuccio

di Saylys Ciabatta




Percorrendo la strada che da Maciano porta a Soanne, in un’oasi di serenità immersa nel verde di querce, frassini, carpini e salici è ubicato il lago di Andreuccio così chiamato perché secondo una romantica leggenda vi trovò la morte, nell’anno 1300, il pastorello Andreuccio, ucciso dai militi del principe Evaristo della cui figlia, Elisabetta, si era invaghito. La principessa lo cercò e lo chiamò invano per giorni, finchè non trovò la morte nello stesso lago.





La leggenda
“D’Andreuccio ecco la storia, che d’un conte era pastore,
troppo ardito fu il suo cuore: un pugnale lo fermò.
Ei scendeva ogni mattina, dal castello antico al piano,
il vincastro nella mano, il bel lago sotto il sol.
Ma un giorno più non vide, di quell’onde la gran culla,
vide solo una fanciulla cavalcare verso il pian!
Com’è bella egli pensava, del mio conte è la bambina,
ma ella in corte è una regina ed io un povero pastor.
Poi d’un tratto più non vide di esser solo un pastorello,
si sentì giovane e bello, si guardarono e s’amar…
Sotto l’ombre antiche e mute, quante volte piano piano,
con la mano nella mano, camminarono e sognavan …
Ma la gioia è un fiore breve, tutto muore ciò che è bello,
un bravaccio del castello, vide e al conte ne parlò!
Una sera su pel colle, sparse e solo il gregge ascese,
la fanciulla invano attese, il pastore non tornò!
Si portò in riva al lago, si fermò lungo le sponde,
e lo chiese anche alle onde dove fosse il suo amor…
Quando seppe che Andreuccio, da un sicario pugnalato,
era stato lì gettato, ebbe voglia di morir.
Fissò muta il verde gorgo, lo scomparso chiamò forte,
“Andreuccio ora la morte mi riporta accanto a te”
Nelle sere in cui la luna batte placida sul lago,
d’Andreuccio il nome vago la fanciulla dice ancor …
Andreuccio!! Andreuccio!!”




(a cura di S. Ciabatta) 



di Lucia Stefani


Una morte sospetta al lago
(da Il Resto della Storia 2012)

Soanne – Il 3 maggio scorso il pastore Andreuccio muore. Dopo aver indagato diversi giorni si scopre che il pastore una mattina si sveglia, come al solito, per andare a pascolare, ma rimane incantato da una bellissima ragazza, figlia del conte di Carpegna.
Da ciò che abbiamo potuto ricavare, pare che i due si siano innamorati, ogni giorno passeggiavano, stavano insieme e camminavano sulle rive del lago. Ma i giovani erano spiati da un cavaliere del castello, che riferì subito tutto al padre della giovane. La bella fanciulla, una sera, aspettava Andreuccio. Le ore passavano, ma lui non arrivava. Era molto preoccupata. L'ipotesi è che il pastore, vestito di stracci, dai capelli neri e gli occhi azzurri, sia stato ucciso e gettato nel lago. Infatti, nei pressi della riva, sono stati trovati un pugnale e diverse tracce di sangue. Chi ha ucciso il pastore? Alcuni, sottovoce, dicono che sia stato il conte, perché non voleva che Andreuccio sposasse sua figlia. Quando la giovane innamorata viene a conoscenza del triste evento, disperata chiede al lago dove sia il pastore e, vinta dal dolore, si getta nell'acqua, morendo. Il conte, profondamente addolorato per ciò che è successo, ha deciso di dare al lago il nome di Andreuccio. Ieri lo abbiamo raggiunto e ci ha rivelato di aver sentito la voce di sua figlia invocare il nome di Andreuccio, la sera precedente, mentre passeggiava lungo le rive del lago; afferma: - C'era la luna piena. È stato strano e anche abbastanza pauroso quello che ho sentito -. Si suppone che la storia non sia tutta qui, infatti nei prossimi giorni, le ricerche continueranno. 











Neve e freddo come mai visti prima

di Andrea Canini





Ecco come si presenta l’America settentrionale dopo la tempesta di gelo che ancora sta imperversando. 
Times Square è ricoperta da un manto di neve, l’Alabama come mai vista prima, la neve in Virginia è tanto alta da arrivare al ginocchio, però gli animali continuano la loro vita tranquillamente. 


C’è comunque chi pensa ad abbellire le città con luci che di solito si usano per Natale. C’è questa sensazione di Natale che non finisce mai e non pensate che sia tutto rosa e fiori, perchè a Chicago è scoppiato un incendio in un magazzino che invece di essere domato dall’acqua è stato domato dal freddo polare che ha ghiacciato l’acqua sparata dalle pompe dei vigili del fuoco. Chicago ora è a -46°C e si pensa che questa bufera non cesserà molto presto. 
 Con il freddo non c’è da scherzare... guardate!


Insomma questo con questo freddo tutto si congela persino l’acqua bollente! Andrà via oppure è l’inizio di una nuova era glaciale????


di A. Canini





martedì 22 gennaio 2013

Centrale nucleare

di Luca Cima



La centrale nucleare è una centrale elettrica che sfrutta l’atomo come risorsa energetica; la centrale è composta dal reattore che contiene il nocciolo (ovvero il punto chiave del processo nucleare) e dalla torre di raffreddamento (dove viene “smaltita” l’acqua necessaria per il completamento della fissione nucleare).


Per far sì che la trasformazione da atomo a energia avvenga bene occorre un lungo processo chimico molto complicato e pericoloso nel quale vengono fatti scontrare diversi atomi fra loro, analizziamo il fenomeno.

LA FISSIONE NUCLEARE

1) Un nucleo di uranio 235 viene "bombardato" da un neutrone e avviene la fissione che spezza il nucleo in due atomi (Cripto e Bario) e libera tre neutroni e dell'energia.
2) Uno di questi neutroni è assorbito da un altro nucleo di uranio 238 ed è perso nel bilancio. Un secondo neutrone può essere assorbito da un elemento che non continua la reazione. Il terzo neutrone viene assorbito da un nucleo di uranio 235 che si spezza in due atomi liberando due neutroni e dell'energia.
3) I due neutroni liberati si scontrano con due nuclei di uranio 235 e ogni nucleo libera da uno a tre neutroni che servono per continuare la reazione a catena.




SMALTIMENTO DELLE SCORIE
Dopo il processo della fissione nucleare gli scarti vengono raffreddati dalle pompe dell’acqua; l’acqua che rimane viene fatta evaporare tramite la torre di raffreddamento e i resti presenti dopo il processo di raffreddamento vengono sigillati in degli spessissimi barili di metallo posti sotto terra e sorvegliati costantemente, perché le scorie sono altamente radioattive e nocive per la salute.



ENERGIA PULITA, MA PERICOLOSA
La centrale nucleare se controllata non crea disturbo all’uomo e alla natura grazie al fatto che non produce anidride carbonica, dunque Co2 nullo, ma un semplice guasto nel sistema potrebbe creare una fusione nucleare, ovvero la dispersione dei rifiuti tossici nell’aria che si espanderebbero nel giro di tantissimi chilometri seminando molti disastri.
La IAEA (International Atomic Energy Agency) ha stabilito una scala (scala INES - International Nuclear Event Scale) di gravita' degli eventi possibili in una centrale nucleare o in altra installazione, che si articola nei seguenti 8 livelli:

  • livello 0 (deviazione): evento senza rilevanza sulla sicurezza;
  • livello 1 (anomalia): evento che si differenzia dal normale regime operativo, che non coinvolge malfunzionamenti nei sistemi di sicurezza, ne rilascio di contaminazione, ne sovraesposizione degli addetti;
  • livello 2 (guasto): evento che riguarda il malfunzionamento delle apparecchiature di sicurezza, ma che lascia una copertura di sicurezza sufficiente per malfunzionamenti successivi, o che risulta in esposizione di un lavoratore a dosi eccedenti i limiti e/o che porta alla presenza di radionuclidi in aree interne non progettate allo scopo, e che richiede azione correttiva;
  • livello 3 (guasto grave): un incidente sfiorato, in cui solo le difese esterne sono rimaste operative, e/o rilascio esteso di radionuclidi all'interno dell'area calda, oppure effetti verificabili sugli addetti;
  • livello 4 (incidente grave senza rischio esterno): evento causante danni gravi all'installazione (ad esempio fusione parziale del nucleo) e/o sovraesposizione di uno o piu' addetti che risulti in elevata probabilita' di decesso, e/o rilascio di radionuclidi tali che la dose critica cumulativa sia bassa;
  • livello 5 (incidente grave con rischio esterno): evento causante danni gravi all'installazione e/o rilascio di radionuclidi che possa sfociare nell'impiego di contromisure previste dai piani di emergenza;
  • livello 6 (incidente serio): evento causante un significativo rilascio di radionuclidi e che potrebbe richiedere l'impiego di contromisure, comunque meno rischioso dell'incidente di livello 7;
  • livello 7 (incidente molto grave): evento causante rilascio importante di radionuclidi, con estesi effetti sulla salute e sul territorio, corrisponde all’incidente di Cernobyl nel 1986 o di Fukushima nel 2011.


CENTRALI NUCLEARI IN ITALIA
Secondo un referendum fatto nel 2010, in Italia non saranno disponibili centrali nucleari, nonostante fossero già designati tutti i possibili siti nucleari.


di L. Cima








domenica 20 gennaio 2013

Tsunami rosso in Australia

di Chiara Nascioli


Il 9 gennaio 2013 in Australia, nei pressi di Onslow, si è innalzato un immenso muro di sabbia rosso che ha spaventavo ed impressionato tutti gli abitanti della città.

Poco prima che il ciclone si innalzasse il mare e l’aria erano limpidi, e subito dopo sono diventati scuri ed è iniziato questo strano fenomeno.

Uno dei testimoni è un marinaio che stava pescando nelle acque dell’isola e che all’arrivo della tempesta si trovava a meno di 100 metri di distanza dal fenomeno.


 

 



di C.Nascioli

 

venerdì 18 gennaio 2013

Coyote, il mio animale preferito

di Alex Agostini


Il coyote è un mammifero carnivoro appartenente alla famiglia dei cani.




Descrizione

I principali insediamenti sono in America centrale e settentrionale e un po’ in Australia, è molto simile al lupo, ma più piccolo. 
È lungo tra 1/1,5 m e pesa dai 12/18 kg; la femmina è più piccola. 
Il colore della pelliccia, più lunga e folta negli individui che vivono nelle zone fredde, va dal grigio scuro al marrone. La colorazione è più scura per gli esemplari che vivono sulle montagne, mentre è tendente al marrone chiaro per quelli che vivono nel deserto. La coda è molto folta e ha frange di colore nero, come il pelo del dorso. 
Le orecchie sono lunghe e a punta. 
Si sposta su grandi distanze e raggiunge una velocità di 69 km/h; è un abile nuotatore. 
Si conoscono oltre una dozzina di sottospecie.


Alimentazione

Le lepri sono il suo cibo preferito, sebbene consumi tutto ciò che può catturare come uccelli, insetti, ratti, marmotte, castori, serpenti e altri animali; mangia anche frutti caduti. Durante il rigido inverno dell'Alaska e del Canada, il coyote non esita a consumare anche carogne. Caccia in branco o in coppia, soprattutto per catturare prede di maggiori dimensioni.

Struttura sociale

Vive principalmente in coppia o in branchi. La coppia si forma a metà dell'inverno, quando la femmina entra in calore, e si mantiene per anni. I branchi sono fortemente gerarchizzati e gli animali d'età più avanzata sono quelli dominanti. I territori vengono demarcati con le urine da tutti i componenti del branco o della coppia. Oltre al linguaggio corporale, per comunicare tra loro i coyote utilizzano anche un vasto repertorio vocale, che comprende ululati simili a quelli del lupo. Sono capaci anche di abbaiare.

Riproduzione

Durante il periodo in cui la femmina è in calore, i maschi sono attratti e la corteggiano per svariate settimane. Tuttavia, è la femmina a scegliere il compagno dandogli colpetti con il muso. La coppia delimita il nuovo territorio, caccia e dorme assieme. Spesso usurpa la tana di una marmotta, di un tasso o di una volpe o ne costruisce una propria per la nascita dei cuccioli, in genere da 2 a 12. A solo due settimane dalla nascita, i piccoli mangiano carne rigurgitata dai genitori, anche se possono continuare ad essere allattati fino al quarto mese di vita. Attorno all'ottavo o nono mese, alcuni dei giovani cuccioli già lasciano i genitori.





di A. Agostini