di Lucia Stefani
La
mia storia
Da ormai nove anni io
pratico danza.
Ho iniziato all’età di tre anni ed ero la più
piccola di tutta la scuola, che ha il nome di Edgar Degas.
Diciamo
che i primi anni non me li ricordo alla perfezione, ma di sicuro
ricordo che ho voluto far parte di quella scuola vedendo mia sorella
ballare. Aveva dei bei vestiti, avevo sempre voluto indossare quelle
bellissime scarpette che lei possedeva e avevo il desiderio di salire
sul palcoscenico.
I miei genitori hanno capito e non hanno aspettato
molto per iscrivermi. Dopotutto se si inizia da piccoli, forse, è
meglio.
Ricordo che entravo in quella scuola, con il mio piccolo
zainetto contenente scarpette, body e calze minuscoli, tutta felice.
In quegli anni la mia insegnante era l’Ilenia, che è stata con
noi per circa tre anni. Con lei facevamo “danza creativa”,
eravamo piccoline e ci allenavamo come potevamo, in proporzione alla
nostra età, ovviamente. Quindi facevamo le cose base: imparare a
puntare i piedi , a stendere bene le gambe… più avanti, quando
avevo più o meno sei anni ho conosciuto la mia seconda insegnante,
Erika. Durante gli anni passati con lei mi sentivo abbastanza brava,
in quella sala ricoperta di specchi, pavimento di legno e grandi
finestre. Abbiamo imparato più cose sull’ espressività che deve
avere una ballerina e sulla tecnica, che è piena di regole precise
che si devono rispettare.
Da quando ho iniziato a fare la quarta
elementare le cose sono leggermente cambiate, il nostro livello
aumentava, i compiti a scuola aumentavano e gli impegni erano sempre
tanti.
Abbiamo cambiato di nuovo insegnante, Monica, che tuttora mi
insegna.
Devo dire che con lei i progressi sono stati molti e
veramente visibili.
Lei è l’insegnante che mi è più piaciuta,
ti mette a tuo agio, è sempre con il sorriso stampato sul volto e le
lezioni di danza con lei sono divertenti, ma, di sicuro, tanto
faticose e ogni giorno impariamo sempre di più.
Per ora seguiamo il
metodo RAD: Royal Academy Of Dance.
Vedendo che il nostro gruppo
aumentava sempre più di livello abbiamo iniziato a mettere le punte
e finalmente il sogno che avevo fin da quando ero piccola si era
avverato.
È vero, fanno molto male e ci vuole un alto grado di
sopportazione, ma poi ne vale la pena. Il cosiddetto “collo del
piede” si rinforza sempre più e diventa sempre più bello da
vedere, ma non è solo una questione di piedi, ci vuole una grande
forza nelle gambe, negli addominali, e una schiena fortissima,
altrimenti si rischia l’infortunio.
Alla fine di ogni anno
facciamo un saggio, una dimostrazione in teatro di ciò che abbiamo
imparato durante l’ anno trascorso, che dura tre sere. Di solito c’
è un tema, una storia conosciuta, come Cenerentola, Lo
Schiaccianoci, Pinocchio o Il mago di Oz, ma rivisitati. Quest’
anno faremo, ad esempio, the Beauty and the beast (La bella e la
bestia).
Fare questo sport, come
credo altri, ha bisogno di sacrifici di ogni tipo: bisogna darsi da
fare, se si vuole arrivare a livelli alti, insomma essere
determinati; bisogna sapersi organizzare, con la scuola, con gli
impegni quotidiani, infatti le volte che esco con i miei amici sono
poche, dato che non sono sempre a casa, ma ci sono anche sacrifici che
riguardano i soldi, la benzina per i viaggi, e per questo devo
ringraziare i miei genitori che, anche se tornano dal lavoro e dopo
mezz’ora devono ripartire per accompagnarmi ed aspettarmi, lo
fanno e senza tante storie, cosa abbastanza rara, dato che oggi come
oggi, con la crisi che c’è mi avrebbero potuto dire di smettere, e invece fanno continuare, sia me che mia
sorella, e a me hanno permesso anche di fare un altro corso, oltre a
quello di classico, cioè quello danza moderna. In fondo hanno
capito che le ore che trascorro in quella sala con la mia insegnante
e le mie amiche sono ore di svago, dove posso non pensare a tutti i
problemi, ma dedicarmi alla danza, dove posso esprimermi e sentirmi
veramente libera e spensierata e in quei momenti è come se in ogni
minuto facessi piccoli progressi che, chissà, in un futuro,
potrebbero servirmi, perché credo che la mia non sia solo una
semplice voglia di fare sport e uscire di casa, ma probabilmente è
l’inizio di una passione che forse con il tempo aumenterà sempre
più.
La
storia della danza
La danza classica è la
forma più “alta” della danza, per tradizione, e rappresenta la
base per potersi approcciare a qualsiasi altro tipo di danza: ad
esempio, se si vuole iniziare a fare danza moderna o contemporanea
bisogna sempre avere le basi che insegna la danza classica.
Si
esprime attraverso il movimento del corpo che può essere
precedentemente stabilito oppure improvvisato: la coreografia.
La
danza ha una tecnica, chiamata accademica perché è stata decisa dai
maestri dell’Acadèmie Royale de Danse, fondata nel 1661 a Parigi
quando al potere c’era Luigi XIV e veniva praticata nei palazzi
reali, era considerata un’arte raffinata e nell’Ottocento vennero
ideate molte coreografie rappresentate, poi, in teatri importanti
come l’Opera di Parigi o la Scala di Milano.
In questi anni ha
cominciato a diffondersi l’uso delle punte, emblema della danza
classica e mezzo apposito per rafforzare il ruolo femminile nel
balletto. In questo periodo lavorò il coreografo Pierre Louis de
Beauchamps che ha stabilito le sei posizioni classiche, per iniziare
a dare un nome ai passi allora conosciuti, ed è per questo che i
passi della danza accademica sono nominati in lingua francese. La
danza, specialmente quella classica, tenta di esprimere qualcosa di
profondo nei confronti del pubblico che si ha davanti, spesso
attraverso movimenti delicati ed eleganti e ciò che solitamente
provoca la danza classica è una forte emozione.
I
princìpi della danza
La danza classica è
basata sul principio fondamentale dell'en dehors (in fuori).
Utilizzando l'en dehors le gambe devono mostrare al
pubblico la loro parte interna e per fare questo la coscia deve
ruotare all'esterno di 90° rispetto all'asse del corpo.
Si raggiunge
più facilmente l'en dehors, che equivale alla rotazione del
femore verso l'esterno, stringendo i muscoli che formano la cintura
addominale, i glutei e mantenendo la colonna vertebrale eretta.
Le
gambe devono essere tese e i piedi sempre tirati e puntati mettendo
in evidenza l’accentuato collo del piede che solitamente le
ballerine hanno.
La posizione del busto deve essere sempre eretta e
forte e sempre allungato verso l’alto, le spalle abbassate e
aperte, le costole chiuse, il petto leggermente in avanti e la testa
in linea con l’asse del corpo in posizione abbastanza naturale.
Le
braccia devono essere lunghe e affusolate, dando così una sensazione
di eleganza e leggerezza ed infine l’espressione rilassata e
felice che una ballerina/o deve solitamente avere: se sul
palcoscenico si presenta qualche problema (male, piedi che
sanguinano a causa delle punte, mancanza di forze e energia…) lei
deve portare a termine il suo balletto, non facendo trasparire
preoccupazione o dolore.
Alcuni passi legati
alla danza classica sono: il pliè, l’arabesque, la pirouette, il
grand jetè, attitude, cambrè, fouettè, relevè… ecc.
Il
metodo RAD: Royal Academy of Dance
Nella danza classica ci
sono vari metodi da seguire:
Il metodo Vaganova,
utilizzato in Russia.
Il metodo Cecchetti, in
Italia.
Il metodo Danese.
Il metodo Americano.
Il metodo RAD, in
Inghilterra.
La Royal Academy of
Dance ha sede a Londra e nasce nel 1920 con il nome “Association
of Operatic Dancing in Great Britain”. Nel 1935 il nome viene
cambiato e diventa “Royal Academy of Dancing”.
La RAD è stata
introdotta in Italia da Sara Acquarone, originaria di Torino e famosa
coreografa. A proprie spese fece venire in Italia i primi esaminatori
per valutare la preparazione dei suoi allievi. Lo sviluppo ed il
successo che ne sono derivati, sono il premio per i suoi sforzi
iniziali.
Oggi la RAD, in Italia, conta oltre 700 insegnanti
iscritti all’albo ed autorizzati dalla Casa Madre a
preparare e presentare allievi agli esami.
La Filiale Italiana della
Royal Academy of Dance, con sede a Trento, funge da contatto fra gli
insegnanti e la Casa Madre per tutte le esigenze di organizzazione
esami, corsi di aggiornamento, programmi per insegnanti e stage
estivi.
Vengono organizzate due sessioni d’esami all’anno
(primavera ed autunno) per tutti gli allievi candidati agli esami dei
vari livelli, una media di circa 14.000 allievi all’anno.
I
più grandi ballerini
Ecco alcuni dei più
grandi ballerini classici di tutti i tempi:
Rudolf Nureyev
La danza è tutta la
mia vita. Esiste in me una predestinazione, uno spirito che non tutti
hanno. Devo portare fino in fondo questo destino: intrapresa questa
via non si può più tornare indietro. È la mia condanna, forse, ma
anche la mia felicità. Se mi chiedessero quando smetterò di
danzare, risponderei "quando finirò di vivere".
-- Rudolf Nureyev --
Carla Fracci
La danza è una
carriera misteriosa, che rappresenta un mondo imprevedibile ed
imprendibile. Le qualità necessarie sono tante. Non basta soltanto
il talento, è necessario affiancare alla grande vocazione la
tenacia, la determinazione, la disciplina, la costanza.
-- Carla
Fracci --
Roberto Bolle
Il fisico
risente dello stress che subisce il corpo e anche di quello
psicologico. E' naturale che il pubblico e la compagnia che aspettano
l'artista ospite abbiano gli occhi puntati su di lui e si aspettino
la grande performance. Bisogna stringere i denti e mascherare
qualsiasi problema fisico. Non si può sbagliare.
-- Roberto Bolle--
Polina Semionova
Agrippina Vaganova
Svetlana Zakharova
"Voglio
trasmettere agli spettatori lo stato d'animo giusto perché non sia
solo movimento, con tecnica portata alla perfezione ma passi davvero
attraverso di me, attraverso la mia anima"
-- Svetlana Zakharova
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di L. Stefani