venerdì 15 febbraio 2013

I problemi dell'Italia nel corso del Seicento

di Andrea Canini


L’Italia nel corso del 1500-1600 stava vivendo una crisi economica dovuta alle pesanti tasse imposte dagli spagnoli. Come se non bastasse negli anni intorno al 1576, ci fu un altro attacco di peste e si crearono nuovi disagi. I cadaveri degli infettati erano portati via dai monatti, persone che già avevano avuto la peste ed erano scampate alla morte. L’uomo non può non creare figure portatrici di guai e quindi ecco fare la loro comparsa gli untori, persone accusate di ungere case e porte con sostanze infette. Anche Manzoni nel suo libro, I Promessi Sposi, parla di un vecchio di più di ottant’anni, che pregava nella chiesa di S. Antonio. Arrivarono delle persone che videro quest’uomo strofinare una panca col berretto. Lo accusarono di essere un untore, ma lui stava solamente pulendo la panca. 
Altri casi di peste occorsero nel 1630 e nel 1655 portando via con sé migliaia di persone.



LE RIVOLTE ANTISPAGNOLE
Durante il corso del 1600 occorsero molte rivolte antispagnole in Italia dovute alle forti tasse e ai disagi provocati dalla Chiesa e dai nobili locali, che si erano schierati dalla parte dei dominatori dopo esenzioni fiscali e concessione di nuovi titoli. 
Scoppiarono numerose rivolte a Milano, Palermo, Messina. Quella di Milano ci è raccontata da Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi: nel 1628, nei giorni dell’11 e 12 novembre, scoppiò una delle più crudeli violenze di questo genere a Milano. 
Forse però la più importante è quella di Masaniello, pescivendolo napoletano il cui vero nome è Tommaso Aniello. Si ribellò a causa di un aumento dei prezzi della frutta fresca. Insieme con lui ci furono anche i compaesani che in un primo momento proclamarono Masaniello ”Capitano generale del fedelissimo popolo”. In un secondo momento invece lo uccisero a causa del suo abuso di potere. Le rivolte popolari di Napoli però non finirono qui, infatti, dopo numerose rivolte il viceré di Napoli dovette accettare un governo repubblicano. 


Nel luglio del 1674, a Messina ci fu un’altra rivolta. Giunta la notizia della rivolta a Palermo, il viceré don Claudio La Moraldo, principe di Lisigny, partì alla volta di Messina con un buon numero di soldati. Tale intervento non bastò, i messinesi erano ormai decisi a rendersi definitivamente indipendenti dalla Spagna ed a fare di Messina una sorta di Repubblica Marinara simile a Genova e Venezia. Si decise di chiedere la protezione del Re di Francia, Luigi XIV. Questi accettò la proposta e nel 1675 mandò a Messina il duca di Vivonne, che giunse in città nel febbraio 1675; dopo una battaglia navale presso le Isole Eolie, che finì con la sconfitta degli spagnoli, Vivonne entrò trionfante con le sue galere nel porto di Messina, dove fu ricevuto con grandi onori. 
Nel corso dei secoli ci furono altre rivolte, tutte causate dall’avidità e dalla cecità dell’uomo nel volere sempre più potere.


di A. Canini



3 commenti:

  1. oo...beneee...servirà a studiare meglio
    grazie!!

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  2. Ben strutturato, molto invitante da leggere..... e bravo il nostro Andrea :)

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  3. oh grazie!!! mi è servito molto per la mia relazione di storia

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